Situato poco lontano dal centro abitato di Calalzo di Cadore, in provincia di Belluno, è conosciuto sin dall’antichità anche come Laghetto delle Veneri per le caratteristiche termali e i benefici delle sue acque.
Questo piccolo bacino è caratterizzato da numerose sorgenti d’acqua minerali, provenienti dalla parte meridionale del Monte Antelao, che dopo aver attraversato le rocce dell’imponente gruppo montuoso, riaffiorano in questa zona ad una temperatura di circa dieci gradi. In quei tratti il terreno impermeabili, costituito da strati gessosi di colore rosato, fuoriescono dolcemente numerosi ruscelli, che confluiscono nel verde bacino del laghetto.
Circondata da grandi boschi, questa piscina naturale faceva parte di un complesso religioso legata al culto delle acque minerarie, grazie alle sue proprietà terapeutiche. Già in epoca romana venivano in località Lagole per immergersi tra queste sorgenti, ritenendo queste acque magiche, e con il potere di cicatrizzare le ferite.
Una convinzione antica, che si rafforza nei vari ritrovamenti avvenuti sul sito, come statuette votive raffiguranti guerrieri armati, lasciate presumibilmente come richiesta di preghiera o in segno di ringraziamento per l’avvenuta guarigione. Oggi, alcune ricerche hanno confermato le grandi proprietà curative delle acque, che grazie alla alta quantità di magnesio agevola il transito intestinale e aiuta la diuresi, ottima anche per curare riniti e sinusiti, infine i fanghi sollevano i reumatismi e dolori osteo-articolari.
Questo piccolo specchio d’acqua si raggiunge in auto da Calalzo di Cadore, raggiungendo la località Lagole, seguendo le indicazioni per la stazione ferroviaria. Si parcheggia nei pressi del Lago di Centro Cadore, un bacino artificiale attrezzato di chalet e aree per il picnic.
Da qui si raggiunge il laghetto attraverso un percorso che porta verso il bosco, accompagnato da alcuni parapetti di legno, sino alle suggestive Cascatelle di Lagole. Dopo circa dieci minuti di cammino immersi nella vegetazione, compare la spettacolare piscina naturale, avvolta da grandi storie e leggende, insediata in un ambiente fragile e assolutamente da rispettare.
Il Laghetto delle Veneri, o meglio conosciuto come Laghetto delle Tose, in dialetto veneto “tose” significa “ragazze”, quindi tradotto il nome sarebbe: Lago delle Ragazze. La leggenda da cui prende il nome questo grazioso e prezioso lago è tutt’altro che felice.
“Si narra che molto tempo fa le fanciulle del luogo si immergessero nelle acque del lago per conservare l’eterna giovinezza. La loro bellezza suscitò l’invidia delle Anguane, creature dell’acqua in parte simili a una ninfa. Un giorno le streghe Anguane assalirono le fanciulle che stavano facendo il bagno, mentre i loro uomini erano a caccia. Le colpirono tutte a morte, inclusa la bellissima Bianca figlia del capo del villaggio.
Quando gli uomini si accorsero di quanto accaduto decisero disperati di trasportare i corpi delle donne verso la montagna per la sepoltura. Ma il dio del lago, in segno di compassione verso le “tose”, trasformò ogni goccia di sangue che cadeva a terra in piccoli fiori rosa e profumati, poi tramutò gli uomini in pietra in modo che nessuno potesse disturbare il sonno di Bianca. Le Anguane si rifugiarono nelle grotte ma non poterono sfuggire alla vendetta del dio, che avvelenò l’acqua del lago uccidendole tutte. La valle piombò in un silenzio irreale e un istante dopo l’acqua riacquistò i suoi poteri benefici.”
