Dal punto di vista storico-artistico, però, è importante non perdere la cinquecentesca Villa Emo, progettata dall’architetto Andrea Palladio, costruzione che riesce a fondere elementi architettonici classici e rustici. Un edificio funzionale per la conduzione della campagna, che emerge dalla villa soprattutto nelle parti intorno all’aia.
Fu commissionata a Palladio prima del 1555, da Leonardo Emo, la cui famiglia possedeva molte proprietà a Fanzolo in quei anni, e portata a termine verso il 1590, dopo villa Barbaro e villa Badoer, che condivide l’impostazione generale. La zona era attraversata dall’antica via Postumia, infatti come si può ben cogliere dagli ingressi, l’edificio è orientato secondo l’antica via.
Gli esterni sono essenziali e privi di decorazioni, dominata nella parte centrale dalla casa del padrone, innalzata su di un grande basamento, collegato al suolo da una lunga rampa di pietra.
L’interni sono riccamente decorati con affreschi di Giovanni Battista Zelotti, discepolo del Veronese, che era già intervenuto nei cantieri palladiani di villa Godi e villa Malcontenta. Le decorazioni celebrano il superamento delle passioni e la pratica della virtù, “che solo la vita in campagna, nella pace, nello studio e nell’esercizio dell’agricoltura assicura”, scriveva Rodolfo Pallucchini.
